Nel 2007, la divisa viola si è classificata 19ª nella lista delle 50 maglie più belle della storia del calcio redatta dal quotidiano britannico The Times. Nella stagione che portò i gigliati alla vittoria del secondo scudetto nel 1968-69, la squadra scese in campo col completo coi pantaloncini neri, utilizzati in meno occasioni di quelli bianchi ma comunque abbastanza di frequente. Ciò avvenne già a una partita celebrativa per festeggiare la vittoria del campionato di Serie C2 contro leggende della storia del club, dove la squadra scese in campo con un completo viola col giglio rosso usato nella stagione appena terminata sul petto. La Fiorentina vinse il suo primo scudetto, nella stagione 1955-56 proprio con la più tradizionale delle sue tenute, ovvero un completo composto da maglia viola con giglio sul petto, pantaloncini bianchi e calzettoni viola. Nata in origine nel 1926 sotto i colori bianco e rosso, dal 1929 la tinta sociale di riferimento della squadra è il viola, scelta cromatica voluta dal fondatore del club, il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano; altri segni distintivi del club sono la Canzone viola, inno ufficiale composto da Marcello Manni e reinterpretato nel 1965 da Narciso Parigi, e lo stemma, caratterizzato da un giglio bottonato rosso su sfondo bianco, a sua volta simbolo della città toscana.
Dopo il fallimento della società, la neocostituita Florentia Viola, per evitare problemi di continuità con la precedente società, optò per una prima maglia bianca. La prima divisa di gioco dunque era metà bianca e metà rossa con sul petto lo scudo cittadino; inizialmente venne però usata una maglia provvisoria interamente in rosso scuro della Libertas. Il 26 novembre il Milan perde in casa contro il Bologna e l’Inter, espugnando Firenze, si porta a più tre, lanciandosi verso il titolo di campione d’inverno che arriva puntuale il 14 gennaio 1951. Quando i nerazzurri incappano però in tre pareggi e una sconfitta nelle prime giornate del girone di ritorno, il Milan ne approfitta e supera i rivali, aumentando i punti di vantaggio sul secondo posto a 3, con la vittoria per 9-0 sul Palermo (successo casalingo con punteggio più largo nella storia del club). Nel 1978, durante il campionato, l’Adidas divenne il primo sponsor tecnico della società viola, introducendo tre linee nei fianchi delle maniche e dei pantaloncini; le nuove divise furono in tessuto acrilico. Con la vendita della società da parte della famiglia Pontello a quella Cecchi Gori, dal 1991-92 venne sostituito il controverso «giglio alabardato» che aveva caratterizzato gli anni 80 con una versione ridisegnata dell’antico simbolo viola, comunque vicina alla storia della Fiorentina.
Una piccola avvertenza per l’uso: non troverete molte magliette casalinghe semplicemente perchè nella maggior parte dei casi le seconde e le terze maglie sono decisamente più fantasiose. Le divise casalinghe di quell’epoca si contraddistinguono per essere a tinta unita, nonostante vengano spesso utilizzate varie sfumature di viola, in ossequio alla moda del momento, con a volte delle rifiniture bianche. Con l’arrivo della nuova proprietà dell’italo-americano Commisso, la fornitura è stata affidata a Kappa, le cui proposte hanno visto alcune novità, come la riproposizione di una maglia fasciata di bianco, altre con varie tonalità di viola, oltre che il ritorno per una stagione del pantaloncino bianco. Terminata l’esperienza al mondiale russo, l’Islanda viene affidata al commissario tecnico svedese Erik Hamrén e partecipa alla nuova competizione europea, la UEFA Nations League 2018-2019, dove, grazie agli ottimi risultati dell’ultimo biennio, è inserita in un girone di Lega A insieme a Svizzera e Belgio. 1945 – Alla ripresa delle attività agonistiche, la società viene ricostituita con la nuova denominazione Sport Club Potenza e si affilia alla Lega Nazionale Centro-Sud. Ciò fu determinato dai grossi cambiamenti societari e di immagine imposti dalla nuova proprietà della famiglia Pontello, che immediatamente sostituì il tradizionale giglio bottonato fiorentino con un nuovo controverso logo, contraddistinto da un grosso cerchio contenente un giglio molto stilizzato a richiamare una F e più simile a un’alabarda, tanto da venir presto etichettato come «giglio alabardato».
Il club perciò iniziò gli anni 30 con la nuova scelta cromatica che non abbandonò di fatto mai più, scendendo in campo per i successivi quarant’anni con divise pressoché invariate. Medesima scelta cromatica riguardò la finale di Coppa Campioni dell’anno successivo persa a Madrid. Il club gialloblù può contare nel proprio palmarès 12 campionati, 13 promozioni, 2 Coppa Italia Dilettanti Sicilia e 1 Supercoppa Eccellenza Sicilia. Secondo la tradizione, questo colore sarebbe il risultato di un lavaggio errato delle maglie biancorosse in un fiume; in realtà invece venne scelto direttamente da Luigi Ridolfi dopo un’amichevole nel 1928 con la squadra ungherese dell’Újpesti TE, i cui colori sociali sono il bianco e il viola. I colori sociali sono il rosso ed il blu che fanno parte dello stemma della città, mentre il simbolo della società è il falco. Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti i colori e simboli dell’ACF Fiorentina, società calcistica italiana con sede a Firenze. Il bianco e il rosso furono poi anche i colori, rispettivamente, del Club Sportivo Firenze e della Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas. Sandro Picchi, Firenze. Lo stadio racconta oltre 75 anni di storia cittadina, Firenze, Giunti editore, 2007, ISBN non esistente.
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