La jersey casalinga 2013-2014 era totalmente azzurra, eccezion fatta per gli inserti in maglieria – in bianco con due righe azzurre ciascuno – che avvolgevano esclusivamente i lati del collo, il cui orlo, dal taglio sagomato, si incuneava anteriormente nel corpino con una punta pronunciata, sebbene lo scollo a «V» fosse appena accennato. Lo sfondo della jersey tornò uniforme nella stagione 2020-2021. Particolare era l’orlo del collo a «V»: azzurro ai lati, blu sul davanti e sotto la nuca e bianco su due piccole zone ai lati del blu della nuca. Sul retro, alla base della nuca, era ricamata in bianco una «versione semplificata» del logo del Napoli. Sul retro, alla base del collo, vi era, in ricamo, la scritta corsiva Ssc Napoli e, sul fondo del corpino, «il simbolo del club impresso nel tessuto». Priva di polsini e di ornamenti alle estremità era, invece, la manica lunga. Nella versione a manica lunga, invece, il bordino, più spesso, avvolgeva il polso nella sua interezza. La manica lunga, invece, aveva un orlo semplice in azzurro. Gli orli, in bianco, di corpino e mezza manica, per il loro particolare taglio obliquo, «scomparivano» sul davanti (corpino) e nella parte interna (manica). Un nuovo alloro continentale si aggiunse al palmarès del Camerun nel 2002, allorché la squadra si aggiudicò la Coppa d’Africa, bissando il trionfo di due anni prima grazie al successo per 3-2 ai tiri di rigore nella finale contro il Senegal, dopo lo 0-0 dei tempi supplementari.
Nel 1991-1992 il club ligure arrivò in finale nella Coppa dei Campioni contro il Barcellona. Finalista di Coppa delle Coppe. Durante il breve passaggio chiamato Sporting Giarre, furono adottate all’inizio delle maglie bianco verdi a strisce orizzontali ed un logo che rappresentava un cobra con in bocca il simbolo di Giarre. I calzettoni erano azzurri, con due strisce orizzontali bianche nella parte alta e logo del club posto poco più in basso. Azzurri con un ampio risvolto bianco e logo societario erano i calzettoni. Anche le mezze maniche erano in trama – eccetto la striscia di tessuto che le collegava al giromanica del corpino – e l’orlo era per metà bianco e per metà azzurro. La manica lunga simulava la mezza manica, riprendendone il design e «aggiungendo», per la restante porzione, tessuto azzurro a sfondo uniforme, con orlo sempre azzurro. In tessuto bianco erano realizzati la porzione anteriore del girocollo, i polsini della manica lunga e gli ampi risvolti delle mezze maniche (che, però, avevano in azzurro la parte laterale dell’orlo). Il rimanente dei fianchi, il retro del corpino, le mezze maniche e le maniche lunghe (entrambe con un particolare orlo blu, «tagliato» nella parte esterna) erano in azzurro con fondo uniforme.
I calzoncini, nelle due versioni bianca e azzurra, erano caratterizzati da una fascia ondulata che, dagli orli (dotati di un bordino dal medesimo design di quello visto per le mezze maniche), risaliva sul fianco di ciascuna coscia, in verticale, per curvare, poi, sul retro, attestandosi orizzontalmente sulla parte alta dei calzoncini stessi. Nella stagione 1993-1994 la Sampdoria (con gli arrivi in squadra di Gullit, Jugović e Platt) arrivò al terzo posto in campionato, rimanendo per numerose giornate in lotta per il titolo. Per la stagione 2019-2020 la panchina viene affidata ad Eusebio Di Francesco ma, complice una situazione caotica a causa della trattativa, poi fallita, per la cessione della società alla cordata capitanata dall’ex blucerchiato Gianluca Vialli, i risultati sono negativi e Di Francesco rescinde il contratto in autunno; al suo posto viene ingaggiato Claudio Ranieri, il quale, pur rilevando la squadra all’ultimo posto, riuscirà ad assicurarle un’agevole salvezza. Il Brindisi concluderà la stagione all’ottavo posto della classifica, con 11 vittorie, 10 pareggi e 9 sconfitte. Il Camerun partecipò poi, in qualità di campione continentale, alla Confederations Cup 2001, dove fu eliminato al termine della fase a gironi, avendo ottenuto una vittoria sul Canada (2-0) e subito due sconfitte. Su ciascun lato dei calzoncini bianchi – più lunghi sul retro, questa la particolarità – era riprodotto, in azzurro, un triangolo isoscele capovolto (assente nella versione azzurra dei pantaloncini), mentre, ai tagli laterali sugli orli, erano applicati due triangoli in maglieria con il motivo a strisce dello scollo, sebbene a colori invertiti.
Sulla cintura, che restava bianca anche sui pantaloncini azzurri, una patch rettangolare azzurra, con cornice bianca non aderente al bordo, riportava, in bianco, la scritta SSC NAPOLI. Il collo a «V» aveva nel vertice «un triangolino in azzurro lucido», mentre, risvoltando il colletto (dotato di un righino bianco, non aderente al bordo), diveniva visibile una fascia bianca, collocata alla base del collo, con la scritta SSC NAPOLI in azzurro. L’orlo della mezza manica presentava un righino bianco non aderente al bordo, che lasciava scoperta la zona rivolta verso l’interno. Su entrambe le spalle, ai lati del collo, era collocato il logo dello sponsor tecnico realizzato in bianco e di dimensioni piuttosto ampie. Sul retro, alla base del collo, era ricamata in bianco la scritta SSC NAPOLI. I calzettoni erano azzurri, con ampio risvolto bianco e logo del club. Un taglio diagonale dall’interno a scendere verso l’esterno divideva i calzettoni nelle due tonalità d’azzurro, con quello più scuro in alto e quello più chiaro impreziosito dal logo del club. Da quel momento in poi si assistette al declino della squadra astigiana che, dopo qualche anno di permanenza in Serie C, retrocesse nelle serie minori. Acquistò un campo a San Siro (alla Cascina Mojetta, nei pressi della via ancora oggi esistente al QT8) che fu utilizzato per le stagioni 1909 e 1909-1910. In seguito, grazie al notevole numero di nuovi soci galvanizzati dai campionati giocati ad alto livello, il Consiglio Direttivo, resosi conto che il campo di San Siro era troppo stretto e troppo lontano dalla città, deliberò l’acquisto di un campo di 22000 m², un intero isolato nelle adiacenze di via Stelvio, strada che allora si protraeva oltre l’attuale via Lancetti e all’attuale via degli Imbriani, ottimamente servito da una linea tranviaria con fermata in via Calabria.